Se, fino agli anni Novanta, le informazioni da cui avevamo la possibilità di attingere provenivano da radio, giornali e, dopo un po’ di tempo, anche dalla televisione, oggi i canali che fungono da fonte di trasmissione informativa sono ben più complessi e variegati.
Nel XXI secolo siamo quotidianamente sommersi e bombardati da un tipo di informazione che, a conti fatti, si fa fatica a catalogare come vera o attendibile. Internet nasce come strumento limitatamente militare ma, dopo essere diventato anche una realtà pubblica e civile, il suo ruolo all’interno della società ha iniziato gradualmente e velocemente ad accrescere in maniera esponenziale.
Oggi internet ci da infinite possibilità che prima del suo arrivo non erano contemplate, come la comunicazione da poli opposti del globo, la gestione più pragmatica e organizzata del nostro denaro, l’acquisto di beni materiali e immateriali con un semplice “click” e, non da meno, la conoscenza di fatti e misfatti in tempo record, e la conoscenza di news geolocalizzate in tempo reale, conoscere tutti i fatti di una città, come può essere Roma con un solo click cercando cronache di Roma nel web.
Ma è tutto oro ciò che luccica? O meglio: è tutto vero ciò che esce dalla bocca dalla rete più famosa degli ultimi trent’anni?
L’avvento dei giornali sul web
Con il suo avvento, le informazioni che giungono ai nostri occhi e alla nostra conoscenza sono aumentate fino all’inverosimile; letteralmente. Non è infatti più possibile riuscire a constatare la veridicità di ciò che si sta leggendo, almeno per coloro che decidono di soffermarsi sul titolo di una notizia o su un’unica pagina di giornale online.
Ci sarebbe bisogno di approfondire, sviscerare e andare a fondo rispetto ai primi risultati di ricerca che compaiono sul nostro schermo, ma internet e i social network rendono questa via pressoché impraticabile.
Anche i social giocano un ruolo importante nel creare il parallelismo fra informazione e disinformazione; si pensi a più piattaforme istituite per far mantenere un contatto fra individui viventi in Paesi separati da oceani e chilometri, sfruttate oggi per diffondere non solo i propri saperi ma anche le proprie convinzioni, spacciate per verità.
Nel mondo del web, dei social network, nulla è vagliato da fonti certe e affidabili; tutti possono dire e divulgare quello che vogliono. Bisogna sempre rivolgersi a giornali online affidabili come https://www.metronews.it/ per non incorrere in “fake news”.
Oggi, e in particolare con l’insorgere del problema epidemico legato al Coronavirus, si parla di “infodemia”, un termite coniato per spiegare proprio questa condizione. Più in generale, il significato fa riferimento alla valanga di informazioni che inondano le nostre giornate e che, non essendo controllabili e classificabili come vere o false, rendono difficile al pubblico una presa di posizione su un qualsiasi argomento.
Nello specifico, questo vocabolo è stato recentemente utilizzato proprio in relazione al fenomeno del Covid-19, all’interno della rivista scientifica Scientific Reports pubblicata da Nature Research, nella quale è esplicato come un fattore che potrebbe accelerare l’epidemia, a causa della cattiva informazione che impatta sulla società, generando una risposta sociale grave e incontrollabile.
Nella rivista si fa riferimento anche a piattaforme come Youtube e Twitter che danno la possibilità di accedere ad informazioni variegate e, in svariati casi, discutibili ma non per questo esenti dall’essere propagandate e dare vita alle cosiddette “fake news”.